Spazi da legare

Là dove c’era l’erba ora c’è. l’homeschooling

Stamattina con il sole sono andata a vedere la Full Cycle Farm di Sunnyvale. Una fattoria urbana, o meglio suburbana, dato che qui di urbano non c’è molto.


Si lascia alle spalle una delle vie principali, si continua girando tra le casette dagli ampi front yard con 2/3 garage a testa, e ad un certo punto ci si trova davanti ad uno grande spazio aperto recintato, con cartelli e segnaletica colorata ad indicare che si è arrivati alla Farm.

Appena entrati ci sono una decina di tavolacci in legno, sulla sinistra una piccola baracca che il venerdì diventa bancarella espositiva dei prodotti della Farm, tutto intorno campi, qualche container, una serra in lontananza, ragazzi che lavorano la terra… una rulotte, dei bagni. Sulla destra, in fondo, scorgo degli animali, sembrano dei lama, ma non sono sicura. Chiedo.


Mi metto così a parlare con una signora che si sta leggendo un libro e che mi spiega che molti di quegli animali sono animali ‘rescued’, salvati, che aspettano di essere spostati in spazi più grandi, a loro misura. Ci sono dei pony, dei cavalli, e anche alcuni lama, avevo visto bene.

Lei è qui perché sua figlia partecipa ad un corso di arte che stanno facendo a qualche metro di distanza. Mi introduce così nel mondo dell’homeschooling.


Homeschooling – Scuola a casa, educazione parentale, educazione familiare. Una scelta che assume tante sfumature e che in effetti, da lontano, sembra un po’ una scelta estrema, snob e forse inutile.

Ma che, a quanto pare, diverse persone intraprendono. Quest’anno negli Stati Uniti quasi un milione e mezzo, con picchi in California, Florida, New York, North Carolina e Texas.

Kate, chiamiamola così, dopo i 5 anni di elementari non se la sentiva di mandare la figlia nella scuola media locale.

‘é un periodo troppo complicato, le scuole sono troppo dispersive e voglio che tenga separata la sua crescita affettiva dalla sua crescita culturale e dalla sua educazione.

Io la seguo nelle materie umanistiche, per matematica c’è un programma che seguiamo online, mentre qui, alla Full Cycle Farm, una volta alla settimana frequenta una lezione di Arte e una di Scienze, c’è un camper attrezzato proprio qui dietro e ci sono diversi laboratori localizzati in diversi posti e noi ci spostiamo.’

Sua figlia ha circa 12 anni. Ha fatto le elementari in una scuola pubblica di Sunnyvale e adesso ha iniziato questa avventura. Con lei ci sono altri studenti e anche Franky, che mentre parlavo continuava a girare tra i tavoli e ad entrare in ‘classe’, mi sembra interessato alla lezione di pittura che stanno facendo.

Anche in Italia ci sono diversi gruppi di genitori che fanno questa scelta, basta girare su internet e si trovano tanti siti che spiegano ragioni dell’homeschooling e danno indicazioni su come praticarlo. Alcuni la vivono come una scelta radicale, per altri è una parentesi nell’arco della formazione dei propri figli, per gestire alcuni momenti delicati e particolari. Alcuni fanno tutto da sé, in alcuni contesti, invece, c’è tutto un sistema associativo che supporta i genitori che decidono di intraprendere questa avventura, e in alcuni casi ci sono addirittura delle ‘scuole’ che organizzano l’homeschooling.

Ci sono aspetti interessanti che, con uno sguardo lungo e deliberatamente pro scuola, sarebbero da integrare in percorsi formativi più tradizionali. Personalmente non lo farei, sopratutto laddove c’è una scuola pubblica che funziona.

Il problema, purtroppo, è: la scuola pubblica funziona*?

 

 

 

 

 

 

 

 

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